Vendere craft: artigianato, design e altro

In risposta al post di Barbara, che si pone una serie di domande su artigianato & c., ecco il mio contributo 😀

1) secondo te c’è differenza tra artigianato ed artigianato artistico?

Secondo me l’artigiano è un esecutore, una persona che segue delle istruzioni per realizzare a mano degli oggetti, non inventa e non crea niente di nuovo o personale.

Artigianato artistico è un termine che non uso e che, secondo me, non ha gran significato, invece amo le parole  designer e artista, che si discostano completamente dall’artigiano (anche se un designer può essere anche artigiano, mentre un artigiano non può essere un designer, non so se si coglie la sottile differenza…) perché inventano o re-inventano qualcosa, non è un seguire uno schema o delle istruzioni ma è un creare qualcosa di nuovo, dare vita ad un’idea, è questo che fa la differenza.

Nel caso di “piccoli” designer come è il mio caso poi sono anche artigiani perché realizzano in proprio le idee.

2) cosa ti spinge a creare?

Seguimi anche su Facebook:

Questa domanda non me la faccio mai, amo il processo creativo e quindi creo, senza farmi troppe domande.

3) come valorizzi i tuoi lavori?

I punti fermi del mio lavoro sono idea + estrema cura dei dettagli + fotografie

4) a chi piacciono i tuoi lavori?

In primis piacciono a me, prima di pubblicare ogni progetto controllo, ricontrollo e se non raggiunge determinati standard viene rigorosamente abbandonato. Poi spero che piaccia a tante altre persone, quelle che amano il design semplice ma originale…

5) cosa ti aspetti dal tuo hobby?

Questo per me non è più un hobby, seguo questo blog a livello professionale e lavoro davvero tanto per cercare di fare sempre meglio, ovviamente mi aspetto che l’attenzione per il mio design cresca tra il pubblico che ancora non mi conosce.

6) cosa si intendi per ‘pezzo unico’?

Ogni mio progetto è un pezzo unico, nel senso che anche quando è replicabile, difficilmente è possibile realizzarlo con gli stessi materiali, quindi ogni oggetto è diverso dall’altro, può essere simile ma non può essere uguale.

7) quando devi dare un prezzo alle tue creazioni,su cosa ti basi?

Il primo punto che prendo in considerazione è sempre l’idea, in seconda battuta tengo conto di materiali e tempi di realizzazione. Questi tre parametri concorrono al prezzo finale, anche se in realtà la vendita non è solo una conseguenza del design per me, mi interessa il processo creativo, vendo qualcosa perché non posso tenere tutto quello che creo, ma il mio lavoro sono design e progettazione, non la vendita.

8)secondo te,cosa pensano le persone che non hanno questo ‘dono’ di noi?

Sinceramente non ne ho idea.

La cosa che mi dispiace è constatare, ogni giorno di più, che in Italia il design e gli oggetti creati a mano non vengono considerati nel modo giusto, mentre si preferiscono oggetti creati in serie spesso con materiali scadenti e made in cina.

All’estero la considerazione per il lavoro creativo e per l’artigianato è molto diversa, hanno una vera e propria cultura in questo senso che a noi manca completamente, ma arte e artigianato non erano i nostri punti forti?

Copyright © Alessia Gribaudi Tramontana

Vuoi pubblicare il mio craft sul tuo blog? Puoi ripubblicare i contenuti di questo post solo parzialmente e solo inserendo un link al post originale, cioè puoi prendere UNA SOLA foto e un piccolo estratto di testo aggiungendo sempre un link cliccabile al mio articolo. Grazie.

Sono la felice proprietaria di alcuni blog, troppe passioni e di una famiglia di “tipi da spiaggia”!

16 Commenti ♥

  • Giugno 10, 2011

    unideanellemani

    Quoto tutto. Soprattutto il fatto che in Italia le cose fatte a mano, valgono quanto le cineserie. Con tutto il rispetto, molti secondo me neanche si rendono conto della differenza fra una cosa fatta in serie e una cosa artigianale. Peccato perchè in Italia ci sarebbe un potenziale enorme.

  • Giugno 10, 2011

    vannalisa

    Anch’io concordo con tutto ciò che hai scritto e, come Doria di un’idea nelle mani, penso che la gente apprezzi molto poco i nostri sforzi. Ho organizzato e continuo ad organizzare eventi incentrati sulle creazioni handmade e ti assicuro che, a distanza di mesi, oltre a veder ritornare gli appassionatidel genere, le facce nuove sono sempre poche, vuoi perché pensano che siano delle cineserie, vuoi perché non le ritengono abbastanza “cool”… Il concetto di “firma” impera e con le nostre creazioni non potrebbero esibirla, dunque perché comprarle? Trovo che per diffondere la cultura dell’handmade in Italia bisognerebbe rivestire di nuova “allure” tutto ciò che vi ruota intorno… Spesso, poi, chi crea con le proprie mani non sa pubblicizzare i propri prodotti, scatta brutte fotografie, non ha idea delle regole base del marketing e dunque vendere on line diventa veramente difficile. Designers non ci si improvvisa e se certe nozioni non le si hanno bisogna studiare e fare del proprio meglio per essere professionali al massimo. Tu ci riesci benissimo! 😀

  • Giugno 10, 2011

    gabry

    ciao ! io non concordo sull ‘ idea che un artigiano sia solo un esecutore anche perche’ e’ un discorso che generalizza troppo , un artigiano e’ una persona che mette se stesso in quello che fa e quindi ogni artigiano e’ diverso da un altro per sensibilita’. L’artigianato non si improvvisa.. non si studia sui libri non si trova sui blog. l’artigianato e’ manualita’ intelligenza, talento , innovazione ma anche tradizione e sopratutto ESPERIENZA. Un prodotto artigianale eccellente e’ ben diverso dal fai da te e mi sconvolge l’idea che qualcuno si autodefinisca artigiano quando pratica un hobby . Le idee tutti le possono avere ma il massimo lo puo’ ottenere solo chi e’ in grado di mettere in pratica le proprie idee. Quando un artigiano eccellente pensa crea e realizza da solo sarebbe un insulto definirlo esecutore. quindi generallizzare e’ sempre un male.

  • Giugno 10, 2011

    barbara santi

    @ vannalisa:
    hai centrato un’altro punto..:)…spesso chi crea ,o le designers,sono (io per prima ..^^) talmente assorte e coinvolte in quello che fanno che tralasciamo tutta la parte del marketing..ma se si mettono a studiare le regole base e tutte le nozioni sparisce il tempo per creare!!spesso chi crea solo per passione lo fa ad orari improbabili, considerando il fatto che la giornata è di 24 ore ed il tempo a disposizione fra lavoro,casa,famiglia,ecc è veramente poco è un serpente che si morde la coda..allora arriviamo ad un bivio..o ci si butta anima e corpo in questa attivitàfacendo un piano di lavoro ben preciso che riguarda miglioramento della tecnica,marketing,fotografia ecc..,o si prende quel che arriva senza lamentarsi delle non vendite,comunque contente di aver creato un oggetto che verrà apprezzato da chi lo riceve o lo osserva..

  • Giugno 10, 2011

    barbara santi

    @ barbara santi:
    volevo scrivare tralasciano..^^)

  • Giugno 10, 2011

    barbara santi

    ecco..una figura che sarebbe utile..un’esperto in marketing e simili ,con infarinatura di artigianato,magari alle dipendenze dei vari siti di vendita dell’articolo qui sotto,che sapesse valorizzare i lavori di chi crea ,non ne sa niente di come si vende e non riesce a studiare per vari motivi..^^.. 🙄 ..(o questi siti ce l’hanno già?..)

  • Giugno 10, 2011

    unideanellemani

    Questo argomento si fa sempre più interessante. Se posso aggiungere le mie considerazioni, dico che Vannalisa ha ragione. E’ vero che molte donne che creano hanno anche molto altro da fare, ma una delle domande di questo articolo era:” Come valorizzi i tuoi lavori?” Ecco secondo me puoi anche fare un lavoro perfetto e unico quanto vuoi, ma valorazzarlo senza nemmeno una foto decente per esempio, la ritengo una cosa ardua. Quindi secondo me, non si può prescindere dal marketing se hai deciso di proporre le tue cose alla gente. E comunque lo scoglio più grosso, marketing o non marketing, è che molti non hanno neanche la più pallida idea di cosa significhi “fatto a mano”.

  • Giugno 10, 2011

    Alessia

    @ gabry:
    ciao e benvenuta.
    Mi spiace che tu abbia preso quello che ho detto degli artigiani in termini negativi, non era assolutamente questo il mio intento, Stradivari era un artigiano ma non ha inventato il violino né ha trovato un modo nuovo per crearlo, l’ha solo perfezionato arrivando a delle vette d’eccellenza con la sua maestria, la sua esperienza e la sua sensibilità, Leonardo invece era un artista e un designer che vedeva cose che ancora non esistevano, la differenza è questa. Ovviamente non possiamo essere tutti Stradivari o Leonardo ma l’esempio ci stava bene :mrgreen:

  • Giugno 11, 2011

    Alessia

    Anche io non sono assolutamente d’accordo su quanto dici sull’artigianato e l’artigiano. E cioè che l’artigiano non può essere altro che un esecutore mentre invece un designer può essere anche un artigiano: la contraddizione sta proprio nella seconda affermazione. Le categorie oggi sono molto fluide, un “esecutore” molto spesso è esecutore delle proprie idee, e coltiva anche i propri clienti imparando nozioni di marketing, magari scrive anche un blog, oppure cura un sito, organizza eventi come fa Vannalisa.
    Purtroppo abbiamo questa idea negativa dell’artigianato e dell’artigiano, è proprio la produzione di massa che ci ha abituati ad una distinzione fra il pensare un oggetto e il realizzarlo. Fare soltanto l’esempio di Stradivari è fuorviante perchè il violino ha una precipua funzione e va fatto in certo modo perchè suoni bene (anche se evidentemente Stradivari “pensava” meglio di altri visto che i suoi violini sono l’eccellenza assoluta), ma pensate a Cellini che era un orafo, cioè un artigiano. Molti di quelli che riteniamo (o che generalmente vengono ritenuti)dei grandi artisti, non si ritenevano tali, ma solo bravi a fare il proprio mestiere, senza la pretesa di fare “ARTE” ma solo di fare bene il proprio mestiere.
    E infine anche sul “fatto a mano” ho una certezza: non è perchè una cosa è fatta a mano che ha un suo intrinseco valore (anche molte categorie di beni fatti in Cina sono fatte a mano) ma innanzi tutto bisogna avere l’obbiettività di saper valutare le qualità di un oggetto, sia estetiche che funzionali. Bisogna valutare i materiali e le tecniche, bisogna valutare l’idea e l’innovazione, oppure la tradizione, ma dire “fatto a mano” e farne una bandiera non basta e non serve.

  • Giugno 11, 2011

    unideanellemani

    @ Alessia:
    Ciao Alessia, ho riflettuto su quello che hai detto. Non entro nel merito al discorso artigiano-artista-esecutore-designer. Non ho le competenze, per fare distinzioni. Ma mi hai dato in effetti da pensare.
    Sul “fatto a mano” io intendevo comprenderci dentro tutto quello che hai detto: estetica , funzionalità, materiali,tecnica etc etc.
    Non ci comprendo invece tutto quello che è fatto in serie. Le cineserie, anche se fatte a mano, sono fatte in serie, e non sono pezzi unici.
    Una borsa, se me la faccio da sola all’uncinetto, è fatta a mano.Punto. La posso fare bella, o brutta, con materiale prezioso o scadente, posso trovare anche da venderla. Non mi definirò né artigiana, né artista. Ma che è fatta a mano lo posso dire.
    E già questo è un valore aggiunto. Per me è una bandiera, che può sventolare anche la signora della porta accanto se è capace a farsi qualcosa da se.
    Forse qui dobbiamo distinguere solo chi lo fa per mestiere e chi no. Il “fatto a mano” da chi lo fa per mestiere ha un’altro valore aggiunto in più, che indubbiamente ne fa salire anche il prezzo. O no? 😉

  • Giugno 11, 2011

    vannalisa

    Guarda Alessia(Spalma), io condivido la tua visione di artigiano e quando Alessia (Tramontana) parla di “designer” credo abbia lo stesso concetto che ne hai tu (ne abbiamo già discusso in un gruppo su fb, dove appunto io ho detto di definirmi un’artigiana)ma utilizzando un termine che, nell’uso comune, lo rispecchia di più. Secondo il dizionario della Hoepli è artigiano “Chi esercita un’arte manuale, per proprio conto e in locali propri, lavorando da solo o con la collaborazione dei familiari o di pochi aiutanti” e, per come interpreto io questa definizione, è ovvio che ne faccia un lavoro e il suo grado di professionalità e bravura deve essere tale da garantirgli delle entrate. Ciò, ovviamente, comporta un impegno e una ricerca costante sulla propria tecnica e, nell’era di internet e delle vendite on line, tutta una serie di competenze ulteriori (fotografia, amministrazione, marketing, ecc.) che ne fanno un professionista a tutto tondo. Nessun cenno il dizionario fa relativamente al grado di originalità delle opere artigianali. Ed ecco che qui, concordando con Alessa T., dico che “designer” (anche se non amo questa parola) è una definizione più ampia e implica che, chi è tale, ci metta del suo, non limitandosi a riprodurre ciò che altri hanno già fatto (posto che l’artigiano si limiti a questo ma, nei casi di eccellenza, ovviamente non è così). Concordo con te, Alessia S. quando scrivi che dire “fatto a mano” non basta e non serve perché “ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare” 😯 e che, nonostante fossero fatte a mano, non valevano un soldo bucato… Diciamo che l’argomento è complesso e che, nel nostro piccolo mondo dell’handmade, molte si avvicinano per il mero desiderio di fare con le proprie mani e poi, pensando di poterne fare un’attività remunerativa, si scordano del fatto che, dietro la riuscita di un artigiano (o designer che dir si voglia), c’è tanto lavoro, fatto di studio, ricerca e aggiornamenti costanti e non basta scattare due foto sciatte per diventare venditrici (di successo) delle proprie creazioni. Pensare di vendere on line a tempo perso è un errore madornale perché curare il proprio blog e il proprio negozio su internet richiede un lavoro quotidiano che mal si concilia con il lavoro ufficiale che si ha. Insomma, o ci si dedica esclusivamente a quello o è difficile anche solo pensare di poter emergere… Io, per esempio, sono mesi che mi barcameno. Ho mille impegni e devo decidere che direzione prendere… Ne è risultato che, attualmente, sto trascurando il blog e il negozio perché fare una scelta ponderata, in questo momento, mi è difficile però, e ne sono convinta, se deciderò di continuare lo farò come mestiere e con la massima professionalità che riuscirò a metterci! 😀

  • Giugno 14, 2011

    roberta

    @ vannalisa:..studiare tanto..soprattutto!!

  • Giugno 14, 2011

    roberta

    ..ma signore mie..ora ci vado giù pesante..!!
    ..credo che finchè ci saranno mercatini con lavori handmade, realizzati con la colla, economicissimi e senza personalità, finchè ci saranno geometri che credono di sostituire gli architetti non ci sarnno mai nè artigiane, nè handmade e neppure designer e architetti! come in tutte le cose è lo studio e l’esperienza che fanno la differenza e invece credo che per molti tutto sia così facile, scontato e redditizio..e invece non lo è. I prezzi bassi nei mercati abbassano in automatico il valore degli oggetti..fate un calcolo reale sui vostri lavori e poi vedete che prezzi escono, pagateci sopra le tasse, il commercialista, l’INPS! credo che si dovrebbe uscire allo scoperto tutte e poi aprire queste discussioni invece di porsi domande che spesso non portano a nulla..
    Ale..sei un’ottima designer..perchè conosci la progettazione, sei un’ottima blogger perchè hai esperienza tecnica e di comunicazione, sei una fantastica artigiana perchè conosci anche qui le tecniche, lavori sui progetti semplici e per chiudere sei un’ottima fotografa!! non ti domandare chi sei..fallo domandare alle altre!!
    un bacio
    roberta

  • Giugno 16, 2011

    ila

    Sono d’accordo con l’ultimo commento di Roberta e anche con ciò che dice Vannalisa… insomma, vi quoto! XD
    Soprattutto per quanto riguarda i mercatini (e anche i negozi on-line)…
    Ribadisco ciò che dissi in risposta al quesito sui negozi on-line qualche giorno fa… secondo me ci vuole selezione!
    Qualcuno mi ha risposto “vabbé, quello che piace a te, magari non piace a me, come si fa a selezionare?”
    Si seleziona la qualità! Un oggetto può piacere come non piacere, ma un oggetto fatto male credo non piaccia a nessuno.. e comunque si vede.
    Quando si cominceranno ad organizzare mercatini con espositori selezionati (che non vendano cose comprate dai cinesi e modificate il giusto, che non vendano oggetti mal realizzati… ) sicuramente si comincerebbe a ridare credibilità al settore.
    Poi per carità.. io non so se potrei far parte dei “selezionati”… ma certamente un’esclusione mi darebbe modo di rimettere in discussione quello che faccio, quindi ne avrei comunque un giovamento… no?

    Alessia, non hai più risposto a quel post che ha scatenato questa voglia di parlare di handmade… come mai!? 😛 😛 😛

  • Giugno 16, 2011

    Alessia

    @ ila:
    oddio, quale post? Me ne sarò dimenticata (che testa!) mettimi il link 😉

  • Giugno 16, 2011

    ila

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