Bazzicando su forum e community (online ed offline) di creativi ed artigiani come Esty e affini, ho il polso della situazione, cosa si vende, cosa non si vende e cosa pensa chi è da questa parte della barricata.
Una delle cose che mi capita più spesso di sentire da persone nuove (cioè arrivate da poco su questo o sul quel marketplace) che si lagnano e si stupiscono perché magari è un mese che hanno caricato le loro creazioni e ancora non hanno venduto niente.
Questi siti di vendita per il fatto a mano sono una mano santa, ci danno la possibilità di avere un sito professionale con una spesa irrisoria e qualche volta anche gratis, però questo non è sufficiente per essere notati in poco tempo e ce lo dobbiamo mettere in testa: non basta caricare le nostre creazioni per poi venderle automaticamente!
In tante facciamo cose molto simili, siamo tutte brave ma perché un cliente dovrebbe comprare da me invece che da un’altra creativa che fa oggetti simili?
Per essere notati in mezzo a tanti creativi che fanno cose simili dobbiamo distinguerci, cominciare a fare qualcosa di diverso.
Il segreto è riuscire a diventare unici, raccontarci a lettori e potenziali clienti per fargli amare quello che creiamo con le nostre mani tanto quanto lo amiamo noi e da lì alla voglia di comprare il passo è breve.
Il personal branding per noi è proprio questo ed è fondamentale per riuscire a non sparire in mezzo agli altri negozi.
E’ uno degli attrezzi che abbiamo a disposizione per farci conoscere e per migliorare e rendere accogliente il nostro shop online, gli altri attrezzi utili che fanno parte della cassetta sono:
– la scelta dei materiali
– l’originalità delle creazioni
– la cura nella comunicazione social
– la cura nella realizzazione dei prodotti
– la cura nella realizzazione delle foto e della descrizioni nelle inserzioni
– la cura della confezione, quando arriva il momento di spedire gli ordini e tanti altri piccoli passaggi necessari per trovare dei clienti e renderli fedeli e appassionati.
I marketplace (come Etsy, Misshobby, A Little Market e così via) ci offrono una piattaforma avanzata ma non possono sostituirsi a noi in quando si tratta di emergere, proprio perché è una piattaforma comunitaria con tanti creativi non può farsi carico della responsabilità di comunicare al pubblico chi siamo, cosa facciamo e come lo facciamo.
Ognuno di noi, in prima persona deve saper raccontare e presentare cosa c’è dietro al nome del nostro negozio e al di là dello schermo che vedono i potenziali clienti.
Non starò ad indorarvi la pillola, bisogna imparare, e quindi studiare anche le nuove tecniche di comunicazione, e porta via tanto tempo, sembra un lavoro parallelo, però serve ed è l’unico modo per diventare visibili in mezzo a tante altre proposte handmade…
babi
parole al vento nella maggior parte dei casi, sono poche le creative che ammettono ci sia bisogno dell’altro oltre al “fatto a mano con amore”, per vendere o addirittura farne un lavoro
in Italia c’è molta ignoranza, purtroppo chi parla di branding, di cura del negozio viene spesso considerato di essere uno sbruffone, la gente vuole tutto senza fare fatica e la colpa ovviamente è sempre di qualcun altro