Recentemente Etsy ha introdotto alcune novità nelle proprie linee guida, in particolare quelle dedicate ai venditori.
Per otto anni è stato il posto dove il “fatto a mano” era protagonista incontrastato, da adesso non sarà più così, lo sarà solo in parte perché saranno accettati anche venditori che progettano ma che non producono in proprio.
Questo vuol dire che se io ho un’idea per i braccialetto e decido di farlo produrre da un’azienda a macchina su larga scala potrò venderlo su Etsy accanto al maker o al piccolo artigiano che oltre a progettare costruisce con le proprie mani senza aiuti industriali.
Su questo cambiamento epocale mi sono letta tutto quello che Etsy ha pubblicato, ho visto il video del CEO che spiega la cosa ma non sono riuscita a farmelo piacere in nessun modo…
Le logiche di mercato sono importanti e Etsy non fa beneficenza, si è trasformato in una grande macchina che produce soldi in tutto il mondo, aprendo le porte a chi si avvale di produttori esterni sicuramente farà girare ancora più soldini ma sicuramente non gireranno nel modo giusto per chi crea e produce handmade, almeno io la penso così…
Ecco che me ne arrivo prima di cena sganciando questa bomba e resto in attesa dei vostri commenti, cosa vi sembrano questo nuovo regolamento e il futuro di Etsy?
Carla - La Torre di cotone
Buh! Io gli ho dato una chiave di lettura diversa, da quanto ho potuto vedere su Etsy, i prodotti semi-industriali ci sono sempre stati e, talvolta, venivano spacciati per fatti a mano quando era palese che non lo fossero. Adesso probabilmente sarà più facile distinguere tra il vero fatto a mano ed il prodotto industriale che, ovviamente, perderà valore rispetto al primo. Spero sia un’integrazione positiva per gli artigiani, ma solo il tempo ce lo dirà…
D-chan
Da una parte, penso sia meglio che il processo produttivo venga specificato. È normale che alcuni prodotti, pur handmade, vengano “parzialmente fatti fare”, se non altro perché non abbiamo in casa gli strumenti adatti. Metti caso che io produca oggetti in ceramica ma non abbia un forno per ceramiche in casa e li mandi a cuocere altrove. O che io elabori un disegno esclusivo, lo faccia stampare su un tessuto, e che con quel tessuto realizzi a mano un abito. Oppure che io sia un artigiano con due garzoni di bottega che mi fanno il grosso del lavoro, mentre io con mano esperta mi occupo delle rifiniture. Questo pregiudica l’unicità e l’artigianalità del prodotto? No, e infatti questo gli artigiani di Etsy lo facevano anche prima; ora lo dovranno solo specificare invece di passarlo sotto silenzio.
Quello che non ho ben capito è come ci si comporta nel caso del design. Cioè, se io elaboro il modello ma non so/posso realizzarlo da solo, perché vengono richiesti macchinari industriali per la produzione (e fidati che anche mia mamma fa di questi progetti, che “ci vorrebbe una cosa fatta così” ma la cosa non esiste a meno che te la faccia produrre apposta), in tal caso che faccio? Se mi piace l’idea del design industriale e del commercio su larga scala, contatterò le aziende e cercherò di vendere tramite i canali tradizionali, e ne avrei un ritorno maggiore che vendendo tramite Etsy; l’utente di Etsy infatti è uno che cerca qualcosa di particolare, non l’oggetto dozzinale prodotto in massa, e le mie cose le snobberebbe. Se invece voglio produrre solo una serie limitata, magari contatto un piccolo produttore locale che abbia i macchinari che mi servono, e allora Etsy è il posto adatto dove proporre le mie cose. Insomma, non è il caso di vendere carciofi in un negozio di giocattoli, no?
Però non ho capito Etsy come si pone: se arrivasse un designer industriale a voler proporre i propri oggetti di produzione massiva su Etsy, lo approverebbero o no? Sarebbe scemo ma potrebbe provarci…
Alla fine, un sito che diventa sempre più grande ed importante ha bisogno di diversificarsi per poter venire incontro a tutte quelle persone. Il problema è quanto vuole diventare diverso da prima, quali tipi di gente vuole comprendere (o escludere).
Per esempio, non mi piace molto quando dicono che per loro “handmade” non è un processo produttivo ma “si tratta di tre principi: paternità dell’oggetto, responsabilità e trasparenza”. Allora se produci industrialmente in grosse quantità, ma puoi dimostrare che il tuo è un design esclusivo, dichiari chiaro e tondo quali sono i tuoi metodi produttivi, e sei “responsabile” (cosa che non mi è per nulla chiara nel suo significato in soldoni) questo è ancora handmade secondo loro?