Vendere le nostre cosine handmade in conto vendita ai negozi con anche un contratto da scaricare e stampare in pdf, non sarebbe un sogno?
Oggi voglio parlarvi di una cosa che è capitata a moltissimi di noi che creiamo con le nostre mani, chi fa handmade ha spesso la voglia di provare a vendere con il “conto vendita” tramite i negozi della propria città.
Io non sono un’esperta in campo fiscale ma con l’aiuto della bravissima Carmen Fantasia, dottore commercialista appassionata di craft e autrice di Fisco Amico, sono riuscita a capire che la cosa è consentita per chi vende in modo occasionale opere del proprio ingegno come noi, evviva!
Però bisogna fare le cose per bene ed è meglio conoscere quali sono le differenze, ad esempio, tra i vari tipi di conti deposito e come fare un contrattino con il negoziante per cercare di evitare le brutte sorprese sia fiscali che con la controparte.
Per questo ho pensato di scrivere un bel post approfondito per spiegare tutto nel dettaglio e ho aggiunto un modello di contratto che potete scaricare, stampare e usare per i vostri contrattini locali.
Ma andiamo con ordine e vediamo tutte le informazioni utili insieme.
Prima di tutto bisogna fare la distinzione tra:
a. il Conto Vendita ha una durata massima di 45 giorni
b. il Conto Visione che ha una durata massima di un anno
questa seconda possibilità per noi è una sorta di suicidio, lasciatela perdere, usate la prima opzione rinnovabile a piacere, anzi ogni tanto passate dal negozio, guardate se ha i vostri oggetti in vetrina o ben esposti all’interno e chiacchierate con lui per capire che aria tira.
La seconda cosa da dire è che i negozianti, ovviamente, tenderanno a voler vendere prima la merce che hanno acquistato e già pagato, a scapito della vostra in conto vendita, quindi se ci riuscite provate a vendergliela a costo di fargli un pochino più di sconto…
Se proprio non ci riuscite potete provare a lasciare una piccola campionatura di oggetti stabilendo un prezzo all’ingrosso come vi ho spiegato qui in Vendere il fatto a mano: la formula per calcolare il prezzo giusto ma senza poi preoccuparvi del prezzo a cui il commerciante proverà a vendere il vostro oggetto, sappiate già che sarà molto molto più alto, forse vi sembrerà pazzesco ma queste sono le logiche di mercato e comunque i negozi hanno spese enormi che devono fronteggiare con ricarichi esponenziali, quindi tappatevi gli occhi.
Per essere tutti tranquilli, sia voi che il negoziante, bisogna fare uno scritto con alcuni punti fissi: i dati di entrambi, l’elenco della merce con il prezzo che dovrà esservi corrisposto dopo la vendita, la responsabilità del commerciante ad effettuare il pagamento della vostra ritenuta d’acconto, la vostra firma per la privacy, ecc. ecc. così come vi dicevo ho preparato un file pdf già pronto con tutto ben predisposto per non sbagliare.
Ve lo lascio da scaricare cliccando QUI, sono due fogli e in fondo ci sono anche tutte le note per compilarlo nel modo giusto ma è proprio facile, ve lo assicuro, e buon lavoro.
Silvia
grazie , molto interessante, vorrei provarci. mi puoi spiegare meglio il paragrafo 9 ? grazie!
Alessia
@ Silvia:
ciao Silvia, io non sono un commercialista ma ti metto un link che dovrebbe esserti utile per capire meglio: http://fiscomania.com/2013/09/15/le-prestazioni-di-lavoro-autonomo-occasionale/
Nicola
Grazie mille per l’informazione, ti pongo però una domanda probabilmente stupida, quando parli di vendere direttamente al negozio… che tipo di contratto bisogna fare?
Alessia
@ Nicola:
Credo che basti vendere come si fa ai mercatini, cioè rilasciando la ricevuta non fiscale, però meglio chiedere ad un commercialista.
Pudda Giovanna Andreina
ciao io non posso stampare il foglio conto vendita dove lo trovo?da un commercialista ?ti ringrazio
Alessia
@ Pudda Giovanna Andreina:
ciao, perchè non puoi stamparlo? Non hai una stampante?
In questo caso scaricalo, mettilo su una chiavetta e portalo in un centro copie, possono stampartelo loro.
isabella
Articolo interessante, ma èerchè “cosine”, “contrattino” ecc…
Chi fa lavori artigianali, a meno che non sia una casalinga disperata sta LAVORANDO e quello che produce non sono cosine o lavoretti, sono “cose” o “lavori”
Quelle cosine e quei lavoretti lì, li fanno i bimbi delle elementari per la festa della mamma (ed è offensivo anche nei loro confronti).
Se non siamo noi le prime a dare il giusto valore alle nostre cose, come possiamo pretendere che lo facciano gli altri?
Alessia
Ciao Isabella, se mi fai questo appunto vuol dire che non hai mai letto il mio blog, leggiti qualcosa di quello che scrivo sul tema “vendere handmade” e vedrai che io dico le stesse cose che dici tu e che racconto alle creative come dare il giusto valore al loro lavoro.
Miriam
Brava Alessia,
Ho appena letto un articolo ma presto spulcero’ con calma tutto il tuo blog.
L’argomento sul conto vendita era una cosa che necessitavo di chiarire e trovare addirittura un contratto tipo da stampare e’ molto piu’ di quanto potessi chiedere.
Complimenti e grazie.
Alessia
Grazie Miriam, sono felice di esserti stata utile 🙂
michela
ciao ho appena portato i miei bijoux in un negozio in conto vendita. Sono rimasta un pò bassa coi prezzi perchè sapevo che la negoziante li avrebbe rincarati del doppio. Ma ora sono un pò pentita perchè davvero sono troppo alti secondo me. Cioè se le metto 12 euro per un orecchino che io venderei a 18 poi dopo vedo che lei lo vende a 25 mi dà un pò fastidio perchè praticamente sono io a perderci quelle 6 euro e lei ci guadagna come me. Poi non ho capito cosa intendi quando scrivi “la responsabilità del commerciante ad effettuare il pagamento della vostra ritenuta d’acconto”…mi spieghi cosa vuol dire che mi deve pagare la ritenuta d’acconto? Grazie michela
Alessia
Ciao Michela, cominciamo dal fondo 🙂
Per la ritenuta d’acconto il negoziante dovrà portare al commercialista la tua notula e lui preparerà il pagamento di questa tassa, la dichiarazione del pagamento fatto tornerà a a te da allegare alla dichiarazione dei redditi. Ma siccome non sono un commercialista te lo spiego a grandi linee, magari senti il tuo oppure il caf per delucidazioni più precise.
E’ vero quello che dici, il ricarico sembra importante ma considera che il negoziante ha tantissime spese fisse più le tasse (che in Italia sono davvero molto alte) e per mantenere un’attività di quel genere deve per forza fare dei ricarichi maggiori, quindi mettiti anche nei suoi panni e buone vendite 😉
Flavia Gelosia
Ciao! Anzitutto grazie per l’allegato, preziosissimo! E grazie per aver fatto chiarezza sull’argomento, dopo varie ricerche di informazioni la tua pagina è stata illuminante. Domanda: questo contratto basta per tutelare il negoziante da vari controlli fiscali? Altra domanda: la ricevuta per prest. occasionale va fatta ogni qual volta il negoziante rivende a terzi il tuo articolo o se ne può fare una unica a fine contratto su tutti i pezzi venduti?
Sono una creativa e vorrei vendere alcune mie creazioni in un negozio, il negoziante è ben disposto ma entrambi non sappiamo come regolarci per evitare brutte sorprese. Questo contratto e le eventuali ricevute sono sufficienti per stare a posto con la legge?
Grazie. 😊
Alessia
Ciao Flavia, sono lieta di esserti stata utile 🙂
Considera che non sono un commercialista ma secondo me potete fare la ricevuta a cadenze regolari, magari ogni 3-6 mesi o anche più spesso se fate tnte vendite (ve lo auguro) 😉