Ieri ero (come sempre) online e Chiara ha postato una domanda su uno dei gruppi Facebook dedicato all’Handmade, era un po’ allarmata per una notizia che stava girando riguardo ad alcune multe fioccate a creative di Grosseto che avevano partecipato ad un mercatino nei mesi precedenti.
Come sempre in queste cose le notizie all’inizio sono confuse ma tutti vorrebbero saperne di più e così abbiamo indagato ulteriormente.
Siamo riuscite anche a risalire ad un articolo dell’Espresso che risale al settembre scorso e che racconta proprio di queste multe.
Da quello che ho potuto capire c’è stato il solito concorso di fattori tipicamente italiani.
Da un lato i Vigili contestano una scelta poco attenta degli espositori presenti nel mercatino che doveva essere dedicato solo alle opere dell’ingegno, e quindi non dovevano essere presenti artigiani con partita IVA, persone che fanno le cose in serie o banchetti che vendono oggetti fatti industrialmente e solo assemblati.
Dall’altro c’è il grosso problema che la legge è come sempre fumosa e poco chiara, nessuno ha mai specificato con una vera e propria norma cosa è o cosa non è opera dell’ingegno e quindi i Vigili vanno a naso e siccome dubito che siano esperti di Handmade ci sono buone probabilità che sbaglino mira…
In linea teorica se ogni oggetto che facciamo a mano è diverso e anche un pochino imperfetto nel senso buono del termine, come dovrebbe essere ogni manufatto che si rispetti, non dovremmo correre rischi però certezze non ce ne sono finché i nostri legislatori non impareranno a fare delle leggi chiare e semplici!
Nel frattempo se volete leggervi l’articolo originale dell’Espresso (che è interessante) lo trovate qui: Multe per oltre 200mila euro ai mercatini «Venduti oggetti non artigianali»
Squitty
Nel mercatino che abbiamo fatto a giugno per sostenere la scuola materna di mio figlio, abbiamo avuto indicazioni molto precise per quel che riguarda l’esposizione di un eventuale prezzo: assolutamente vietata. In pratica qualsiasi oggetto sarebbe dovuto essere venduto grazie ad un offerta degli acquirenti. In pratica però una lista nascosta sotto il banco indirizzava gli stessi verso un prezzo equo.
Semplicemente ridicolo!
Vale
Carissima 🙂 gradirei una piccola delucidazione sulla terminologia “banchetti che vendono oggetti fatti industrialmente e solo assemblati” (anche se, con calma, sto leggendo praticamente tutto il tuo blog…! ahahahahah 🙂 ). Chiedo perchè spesso, ad esempio, chi fa gioiellini, bracciali, prende un filo, ci mette le perle… anche se, per certi versi, anche questa dell'”assemblaggio” è una scelta personale e mai ripetitiva (anche se tutto può essere… ciò che esiste sulla terra è questo, e non altro!) …. quindi penso che anche qui ci sia da puntualizzare…
Comunque 🙂 che tu sappia: c’è qualcuno in italia che “dovrebbe” far uscire qualche legge o regolamentazione specifica per questi ambiti?
Che ne so… qualcuno agli alti vertici… oppure se anche addirittura un partito comunale potrebbe proporre una legislazione.. chissà!
Grazie comunque per tutti i tuoi post! 🙂 B-)
Alessia
@ Vale:
ciao Vale, in realtà di solito legiferano i vari comuni e regioni, quindi localmente si trovano delle normative specifiche che si differenziano da zona a zona (anche se spesso una base simile c’è).
Sarebbe bello se qualche partito, anche nazionale, pensasse a regolamentare le opere dell’ingegno in modo da avere le sesse regole dappertutto…
Vale
@ Alessia:
Grazie mille per la risposta 😀
Per quanto riguarda i “banchetti che vendono oggetti fatti industrialmente e solo assemblati” ? 🙂
sara
@ Vale:
ultimamente ho letto anch’io questa cosa degli assemblaggi e mi sono fatta le stesse domande
questa storia degli assemblati è una novità a quanto pare, diffusa da quella che mi sembra sia un’interpretazione della legge, perchè fino a poco tempo fa si leggeva una definizione di hobbismo e ingegno creativo che non menzionava né percentuali di manualità né faceva riferimento alla questione degli assemblati, non so se sia stata cambiata la legge o cosa, mi piacerebbe saperlo
nella bigiotteria l’assemblaggio è comunque una tecnica vera e propria, una delle più comuni a ben vedere…solitamente a supporto di disegni originali e complessi, definire un bijoux creato con l’assemblaggio una semplice rivendita di prodotti industriali, mi sembra ridicolo e riduttivo…
ma anche se fosse comunque anche nell’assemblaggio il lavoro manuale c’è (ovviamente a voler fare le cose fatte bene), oltre il disegno e l’idea che in certi casi sono, ripeto, complessi e unici…
comunque secondo me questa nuova interpretazione (di cui comunque non riesco a trovare il riferimento preciso dal punto di vista legislativo) non può riguardare il bijoux assemblato altrimenti l’80% dei gioielli artigianali sarebbe “una rivendita di prodotti industriali assemblati”
sara
se vogliamo vederla da questo punto di vista, cioè che l’opera del proprio ingegno è una cosa quasi totalmente ex novo, allora anche chi usa le varie tecniche di tessitura è un semplice assemblatore, perchè i materiali sono tutti già pronti (stoffe,filo, perline, chiusure ecc)?
tra l’altro vorrei ricordare che il collage è una tecnica artistica di tutto rispetto, allora anche gli artisti poveri sono tutti assemblatori? credo che la definizione di opera manuale debba anche riferirsi al valore concettuale e intrinseco di quelo che facciamo, nonché al contesto di tutta la produzione creativa di ciascuno
Alessia
ciao @Vale e @Sara, no secondo me state andando oltre, si parla di assemblaggio quando nell’assemblaggio non c’è creatività, non c’è novità ma solo unione mera di pezzi già fatti e uniti in modo semplice e già visto. Se devo fare un esempio mi vengono in mente i gelati, c’è grande differenza tra i gelatieri che usano solo prelavorati e quelli che uniscono ingredienti freschi ottenendo sempre un gelato ma che diventa realmente artigianale e opera dell’ingegno…
Comunque credo anch’io che sulla legge non si trovi la distinzione, semplicemente se opera dell’ingegno dv’essere un po’ di ingegno bisogna metterlo e il risultato finale cambia e la differenza si vede ad occhio nudo anche se il nome resta sempre “orecchini” e quant’altro.
sara
@ Alessia:
ciao Alessia,
anch’io penso che questa interpretazione sia superflua e non riguardi chi fa bigiotteria assemblata, so che ci sono persone che comprano bijoux già pronti e poi li rivendono come artigianali, forse in quel caso si può parlare di prodotti industriali, ma negli altri non mi pare corretto, addirittura ho letto di una percentuale precisa su quanto debba essere fatto a mano un prodotto per definirsi opera dell’ingegno, ma non trovo da nessuna parte questa cosa..per cui non capisco,mi piacerebbe capire perchè sia stata messa in giro questa cosa, facendo sorgere, a me come a molte altre, leciti dubbi in merito…
grazie per la risposta comunque!
Alessia
@ sara:
ciao Sara, dove hai letto queste “percentuali”? Sono curiosa…
sara
@ Alessia:
su un articolo postato su Miss hobby http://www.misshobby.com/it/forums/tutto-il-resto/topics/differenza-tra-la-figura-dellhobbista-e-del-creativo
tuttavia non ho ancora trovato dove di preciso ci sia scritta questa cosa nel testo di legge
Vale
Grazie a tutte per le risposte 😀 😀
Ho intavolato questo argomento poichè conosco una persona (chiamiamolo “Marco”) che ha fatto un mercatino e un controllo fiscale gli ha contestato un portachiavi, perchè per il “fisco” quello era solo un oggetto “assemblato”.
In pratica il “fisco” ce l’aveva in particolare con l’ANELLO del portachiavi…secondo lui è stato comprato per rivenderlo (pur essendo solo una parte dell’intero portachiavi!!!)… Marco ha dovuto dire che ce l’aveva a casa, e che non l’aveva comprato APPOSITAMENTE….. così ha evitato un multone… insomma….
Questo è vero che è accanimento (si sa: oggi la legge, e chi per loro, fanno di tutto per spolparci fino all’osso, facendo cacciate impensabili ed inverosimili), ma è da pazzi…
Così come (faccio esempio personale OOT, chiedo venia ma può essere pregnante) qui all’ASL l’addetto dei contrassegni H (il tagliandino giallo da mettere sull’auto per gli invalidi) non vuole più dare a NESSUNO tale tagliando perchè troppi ne hanno abusato, e lui sta come un folle pazzo…
Ora mia nonna non ha mai chiesto nulla in 10 anni di invalidità, ed ora che ha REALMENTE bisogno che deve fare???
Lui mi rispose, in un modo molto saccente (dicendo: “butta i tuoi soldi se vuoi! perchè NON è detto che te lo diamo!”), che lei dovrebbe uscire e camminare tutti i gg con l’auto per averlo!!! Cioè uno deve stare bene al 100% per averlo???
E’ QUASI ESATTAMENTE IL CONTRARIO!
Allora sei TU che lo dai a chi può facilmente imbrogliare…. ma si sa. L’ITALIA E’ IL PAESE dell’ ILLEGALITA’ LEGALIZZATA.
Insomma: per mezzo di quelli che sbagliano, va a tutti a quel servizio. E basta con l’accanimento, insomma…. qui vorremmo lavorare e mettere tutto a posto, ma dateci l’opportunità!
PS: augurissimi a tutte 😀
PPS: non arrivano le notifiche via mail sui nuovi commenti…è normale? ogni tanto torno a controllare…
Sara
@ Vale:
ciao Vale,
la storia del portachiavi mi lascia abbastanza basita, allora anche un paio di orecchini sono degli assemblati perchè hai comprato le monachelle o un bracciale che chiudi con un moschettone? e cosa fai, vendi cose con componenti raccattati in casa, magari usati e rovinati? mi sembra davvero strana questa cosa..
in Italia ormai ci si lamenta solo e sempre dello Stato, dei politici, delle istituzioni..ma un Paese è fatto principalmente dai cittadini, che da noi spesso e volentieri sono i primi ad avere comportamenti e mentalità contestabili
lo vedo anche nel nostro piccolo..la gente non fa altro che lamentarsi dei marketplace, dei clienti.. la colpa è sempre di altri, mai una volta che venga in mente di mettersi in discussione