Negli ultimi tempi mi sono capitati degli episodi che mi hanno portato ad alcune riflessioni sulla moda e su come si muovono gli acquisti di vestiti ed accessori…
Tralasciando la fascia di clienti adolescenziali, che hanno proprio un bisogno psicologico di omologazione nel gruppo, e dei negozi che hanno questa fascia come target di acquirenti, penso ai clienti adulti che la fase dell’omologazione nel gruppo dovrebbero averla passata da un pezzo e dei bambini, per cui sono ancora (o dovrebbero essere) i genitori a decidere gli acquisti.
Se la domanda e l’offerta sono strettamente collegate guardando le scelte dei negozianti posso cercare di analizzare le richieste ed i desideri del cliente, e qui casca l’asino: io abito in una città medio piccola, intorno ai 60.000 abitanti, ma quello che vedo guardando le vetrine ed i passanti in centro è desolante, l’omologazione è trasversale a tutte le età, in nessun negozio ci sono oggetti con un’anima, tutte cose prodotte in serie da grandi aziende che, per quanto belle, non hanno personalità e la moda (e forse anche la vita) non è certo questo, la moda è fatta di estro, di arte, di personalità e di oggetti speciali.
Poi mi viene da pensare che forse mi sono fatta troppo esigente, girando per i blog delle artiste e per le vetrine di Etsy, vorrei che nei negozi si trovassero oggetti unici e belli come quelli che amo guardare grazie al mondo globale e mi chiedo: ma sarà solo qui questa desolazione di idee oppure ci sarà anche nel resto d’Italia e del mondo “reale”? E se questo fenomeno è diffuso cosa stiamo insegnando ai nostri bambini che ci osservano e ci analizzano per capire che strada scegliere?
Antonella
Buongiorno Alessia. Hai perfettamente ragione. Credo che l’essere umano abbia bisogno di sentirsi parte di un insieme. Vestiti, accessori e auto sono un mezzo. Essere diversi è più difficile. Ti esponi a sguardi e in genere a critiche. Chi è diverso irrita il branco e ne viene escluso. Io cerco di insegnare al mio cucciolo la creatività, il coraggio di osare e di amare tutto ciò che è creativo. Per ora sembra funzionare, ma è ancora piccolo…
Mammafelice
Effettivamente io inizio a scorgere la vera originalità soltanto grazie al web.
Per strada, i ragazzini e anche le mie coetanee, sono vestiti tutti allo stesso modo.
Per non parlare poi dei modaioli tutti griffati, che però per fortuna non ho il piacere di frequentare 🙂
Qui a Bologna, però, essendoci il Cassero e anche un’Università che raccoglie moltissimi fuori sede, un po’ di varietà si vede: nel mucchio, qualche cappellino strambo, qualche accessorio fatto a mano… si vedono.
Io spero proprio di riuscire a trasmettere a Dafne il piacere di creare qualcosa con passione, indipendentemente dal marchio.
Il vero marchio, è quello che diamo noi con la nostra personalità!
Alessia
eh si, nelle grandi città un pochino più di originalità si scorge, non dimenticherò mai una signora in metropolitana nel centro di Milano (anni fa abitavo in quella splendida città, io la adoro!) con un cappellino con sopra un cactus, non so se era alla moda ma sicuramente non si omologava
Bene bene, mi fa piacere di non essere l’unica a vedere questa dicotomia online-offline, in realtà mi sembra che quelli più “noiosi” siamo proprio noi italiani, mentre all’estero mi sembra che ci siano più idee, ma non dovevamo essere noi quelli creativi? 🙄
Riflessioni: la moda è sempre omologazione? | Alessia, scrap …
[…] a vedere articolo: Riflessioni: la moda è sempre omologazione? | Alessia, scrap … Articolo aggregato il 28 ottobre, 2009 alle 07:39 ed archiviato in Moda. Puoi seguire il dibattito […]
claudia
ciao Alessia, condivido appieno il tuo pensiero!
e mi irrita moltissimo che nei piccoli centri (come nel mio caso, 15.000 abitanti, un “buco” praticamente) non si riesca ad allontanarsi dall’omologazione…..
Il fatto di essere piccolini dovrebbe essere invece di stimolo alla “diversità”…..nel senso che è bello poter vedere cose alternative, prodotte magari anche a mano o in zona…..
Pensa che nel mio paese è dura addirittura far apprezzare il mercatino biologico, che dovrebbe invece essere uno stimolo alla naturalità……
sperando in un mondo migliore, e mettendoci un po’ del nostro per fare in modo che avvenga, ti saluto!!!
Claudia (provincia BO)
quasimamma
Sai che hai ragione? per il mio compleanno mia sorella (molto più trend-setter di me) mi ha regalato una maglia. La metto e chiedo come sto? Il maritino: eh, molto stile tua sorella. La mia bambina (aprendo il mio armadio): mamma cambia la maglietta è butta..
Forse il mio stile non sarà di moda, ma ho ancora la speranza di crescere una figlia con un po’ di originalità!
piattinicinesi
carissima, io credo che tutti noi oscilliamo tra un bisogno di distinguerci e uno di omologarci. adesso noto che la moda dei negozi sta imitando quella artigianale, dalla tendenza tricot alle ispirazioni vintage e fatto a mano. certo in italia siamo più rigidi perchè siamo legati a un bisogno di eleganza formale, a un’apparenza che in altri paesi non c’è, o c’è meno. personalmente cerco un po’ di unire varie tendenze, adoro le stoffe, i colori, i gioielli fatti di materiali non preziosi, mi piace farmi notare ma…senza esagerare. vestirsi è un modo anche quello di comunicare, dovremmo riscoprirne il gusto, imparando a combianare gli elementi non sprecando, ricilando e usando meglio
Sabina
Cara Alessia, condivido perfettamente ogni tua parola, ed è pure quello che cerco di far capire alle mie figlie, non tanto facendo loro elmetti inutili, ma semplicemente con il buon esempio. La frase “non me lo compro perchè ormai ce l’hanno tutti” ogni tanto la butto lì, tipo pubblicità subliminale, e devo dire che viene percepita abbastanza bene. Mi fa piacere perchè secondo me è un buon inizio, ora ho la figlia più grande che ha 11 anni ed è proprio l’età critica in cui, come dici tu, l’omologazione diventa un’esigenza per sentirsi accettati dalla società, però c’è un limite a tutto… io sono contro la moda in ogni sua forma, perchè è vissuta in un modo che rende schiavi e deforma la realtà, come fanno ogni santo giorno i mass media non solo per quanto riguarda la moda, ma anche epr la salute, la magrezza ecc…
Alessia
Ale la penso proprio come te… Ormai i miei giri per negozi sono praticamente tutti virtuali! Le vetrine mi annoiano, come dici tu molte cose belle e raffinati ma senz’anima…